Lo dicevo ieri in Assemblea a Catania a proposito di lista, candidature e programmi. Accolgo l’appello pubblicato sul sito di Possibile per rendere concreto il metodo Schwarz per la selezione laburista delle candidate e dei candidati. Inviando i curricula e presentando la propria candidatura all’assemblea territoriale che avrà il fondamentale compito di selezionare i profili migliori sulla base dell’esperienza maturata, del radicamento territoriale, della credibilità politica, delle competenze e delle qualità personali. Mi aspetto dunque una selezione aperta e trasparente, che possa superare i supposti equilibri tra i partiti e che possa offrire a questo percorso le donne e gli uomini migliori, libere/i e uguali.
Tenendo ben a mente il nome della lista. Un nome che emoziona e che vale già un programma, un impegno, un ideale da perseguire. E sotto il nome di Piero Grasso, per l’appunto, aggiungerei anche “per l’indipendenza”, che non è una forma di adesione a qualche movimento indipendentista ma è l’orizzonte politico del nostro impegno: la lotta per l’indipendenza dalla misera condizione di precarietà vissuta da milioni di persone nel nostro paese. Una precarietà che nasce dall’assenza di lavoro e cresce con l’assenza di vita. Chi vive la precarietà del lavoro vive la precarietà della vita e, di conseguenza, vive la dipendenza al dolore e alla sofferenza. E questo concetto, calato nella realtà, ha il sapore amaro della quotidianità. Non è indipendente chi non riesce a mantenere i costi di una macchina, chi non può permettersi di perdere la testa per una lei (o un lui) perché uscire la sera costa troppo, non è indipendente chi non riesce a dare ai propri figli ciò che vorrebbe, non è indipendente chi smette di studiare perché non può mantenere gli studi. Non è indipendente chi non ha il coraggio di essere libero, come scrive Vito Mancuso in uno dei suoi libri. E se ci sono persone meno libere di altre significa che non esiste uguaglianza.
Allora bisognerebbe partire dalla bellezza del nome “Liberi/e Uguali” che vale già tanto. Che è un nome costituzionale, femminista (foglioline o meno), antifascista, laico, ambientalista (foglioline o meno), per la riconversione ecologica dell’economia e per i diritti di tutte e di tutti. Ma anche e soprattutto per l’indipendenza, che è la battaglia per cui vale impegnarsi in questo progetto politico, superando dubbi, reticenze e malumori.