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#storieribelli e cannabis terapeutica

Abbiamo preso un caffè con Giuseppe Brancatelli, presidente dell’Associazione BisTer Cannabis Terapeutica Catania. Un grande uomo che da parecchi anni cura i propri genitori somministrando loro dell’olio d’oliva alla cannabis. Proprio così. E da quando Giuseppe prepara loro questo olio è stata sospesa la somministrazione di tutti gli altri farmaci assunti fino a quel momento. Una vera e propria disobbedienza civile per informare le istituzioni sulle proprietà terapeutiche della cannabis.

Intanto in parlamento è stata approvato un testo di legge in versione ridotta con una norma minima sulla cannabis ad uso medico e senza la possibilità di coltivare piante nemmeno a fini terapeutici.

In Sicilia la giunta regionale, così come è documentato sul sito dell’associazione Luca Coscioni, ha emanato il 26 marzo 2014 la delibera n.83: “Erogazione dei medicinali e dei preparati galenici magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche”. Secondo tale provvedimento qualora l’inizio del trattamento avvenga in una struttura ospedaliera o ad essa assimilabile, i medicinali cannabinoidi sono acquistati dalla farmacia della struttura e posti a carico della stessa. Il paziente può proseguire il trattamento in ambito domiciliare sulla base della prescrizione dello specialista ospedaliero che lo ha in cura; in tal caso la fornitura del medicinale è assicurata dalla stessa struttura sul cui bilancio graverà la relativa spesa. La delibera prevede, inoltre, l’onere di pubblicare periodicamente sul sito istituzionale dell’Assessorato alla Salute i dati relativi al numero di pazienti trattati ed alla spesa. La Giunta Regionale si sarebbe impegnata anche a favorire la diffusione della conoscenza delle evidenze scientifiche più aggiornate sull’efficacia e sicurezza dei trattamenti con medicinali cannabinoidi, anche attraverso una specifica informazione ai medici e ai farmacisti. Infine, sempre la Giunta siciliana si sarebbe impegnata a valutare la possibilità di contenimento dei costi attivando convenzioni o specifici progetti pilota con centri e istituti nazionali autorizzati, ai sensi della normativa statale, alla produzione o alla preparazione dei medicinali cannabinoidi.

Chiaramente, ad oggi, più un impegno sulla carta che un sostegno sostanziale. Infatti il farmaco, tranne in alcuni specifici casi, è a totale carico del malato e di difficile reperimento, dal momento che il tariffario nazionale impone un prezzo di 9 euro per grammo. Un prezzo troppo basso per starci dentro visto che la cannabis viene acquistata dalle farmacie al prezzo di 8,39 euro dal Dipartimento chimico militare. Un margine di guadagno ridicolo, considerando che a quel prezzo bisognerebbe aggiungere le ore di lavorazione del prodotto.

Anche lottare per la cannabis terapeutica significa stare dalla parte degli ultimi. Dalla parte dei sofferenti e degli ammalati, che chiedono solo di potersi curare ( .. non di guarire!) da malattie invalidanti neurodegenerative, tumori, alzheimer, sclerosi multipla, sla, epilessia, fibrosi mialgica, per tornare a vivere avendo il controllo del proprio corpo e senza immunodepressori a vita. Lo faremo alla Regione per fare in modo che i preparati galenici (e non solo) a base di cannabis siano a carico del sistema sanitario regionale.

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