Archivio mensile:luglio 2019

Centotrentuno. Tombola.

Centotrentuno è il numero della particella perduta. Una pezzo di terreno, in zona agricola, non di proprietà della Oikos ma sulla quale la società ha costruito una bella fetta di discarica.

Correva l’anno 2016 e un giorno di Maggio, insieme agli amici Santo Gulisano e Carmelo Schillagi, decidemmo di spendere una delle nostre serate a sovrapporre le cartografie della discarica, comparando la zona autorizzata dall’Aia con il Piano Regolatore e la mappa catastale. Notammo subito delle anomalie. Così nella qualità di Presidente della Commissione Discarica decisi di convocare Santo e Carmelo, a nome dei comitati No Discarica, in audizione. Poi la maggioranza, guarda caso, decise bene di rimuovermi dalla Presidenza; non tenendo in considerazione il fatto che la nuova Presidente, Daniela Greco, in continuità con il lavoro svolto precedentemente, decise di calendarizzare comunque l’audizione che si svolse regolarmente il 24 novembre 2016.

Riporto alcuni stralci di quella seduta:

Prende la parola l’Ing. Schillagi: “Il Cons. Festa ci ha fornito una planimetria generale riguardante il rinnovo dell’AIA., così come presentata agli uffici comunali. Ci è stato chiesto, per l’appunto, di verificare in via preliminare la situazione dei luoghi, se l’area autorizzata corrisponde a quanto approvato dal P.R.G. Facendo una verifica della cartografia parrebbe, a una prima analisi, che la zona dichiarata della vasca nella zona sud ecceda rispetto a quanto autorizzato dalla pianificazione comunale vigente, arrivando a lambire un’area di verde agricolo zona “E” con una estensione approssimativa di 4500 mq. Adesso sulla base di quello che vi abbiamo mostrato (presentiamo allegati fotografici) spetta a voi stabilire e decidere, a seguito di analisi dell’Ufficio Tecnico, se c’è stato uno sconfinamento o un abuso urbanistico

Prende la parola l’Arch. Gulisano: “…chi ha dimestichezza con la lettura delle tavole può che la parte sud della discarica, quella dell’impluvio, è perfettamente al di fuori rispetto all’area viola, che è quella autorizzata. Come Comitato No Discarica chiediamo che si faccia un sopralluogo. I lavori che si stanno eseguendo in funzione di quale AIA si stanno realizzando? Ci preoccupiamo per la salute, per gli odori ma nessuno sta tenendo conto degli eventuali danni all’ambiente arrecati.

Nel corso di questi anni abbiamo ripetuto come un mantra di fare sopralluoghi e verifiche in loco. Abbiamo chiesto al Sindaco di attivare controlli con il corpo di Polizia Municipale ma mai nulla è stato fatto. Ed è vergognoso, al di là di chi pensa che siano attacchi personali, che il primo cittadino vada a cena con il proprietario della discarica, che lo frequenti e che lo consideri amico. Con quale imparzialità avrebbe potuto prendere determinate decisioni?

Nel frattempo passano gli anni e dobbiamo aspettare la conferenza dei servizi del 19 aprile 2019. In sede di conferenza dei servizi il tecnico comunale, l’Ing. Di Rosa, fa notare che:

…nel nuovo progetto di rinnovo presentato alla Regione si riscontra l’inserimento di una nuova particella in adiacenza alle quattro già autorizzate, la particella 131. Questa particella 131 costituisce un ampliamento alle aree destinate a discarica, per la prima volta inserita tra le particelle della discarica. Quindi l’area destinata a discarica è ampliata rispetto all’AIA di cui si chiede il rinnovo. 

Ma non finisce qui. A seguito di una richiesta dell’Assessorato Regionale l’Ing. Di Rosa presenta una relazione tecnica molto importante, un documento che definirei “storico” per i nostri Comitati (scaricalo qui). Nella relazione l’Ingegnere amplia e rafforza il concetto trattato nel corso della commissione discarica del 2016 e scrive:

Oggi l’Oikos introduce documenti e allegati che non sono mai entrati nel procedimento amministrativo e giudiziario. L’Oikos non può sostenere, oggi, che l’autorizzazione AIA sia riferita anche alla particella 131 quando per essa:

1) Ai tempi dell’AIA (2009) non era nella proprietà della società ma risultava intestata alla società ILAP – fabbrica di laterizi;

2) Non ha mai chiesto al Comune di Motta certificazione di destinazione urbanistica;

3) Non ha mai segnalato, in sede di conferenza dei servizi per il rinnovo dell’AIA, eventuali discrepanze tra l’autorizzazione AIA e i propri intendimenti e/o aspettative:

4) Nella conferenza ultima del 19/04/2019 alla mia interrogazione sulla presenza della nuova particella, nessuno dichiarava di conoscere l’esistenza, a eccezione del prof. Vagliasindi che avanzava possibile ipotesi di ampliamento in corso di realizzazione;

5) Non ha mai segnalato né nei vari ricorsi giurisdizionali, né al Comune per le attestazioni urbanistiche, l’incoerenza della “particella perduta”. Solo adesso in data 21/06/2019 e, cioè, a distanza di ben 10 anni dall’autorizzazione AIA, esplicita che la discarica si estende alla particella 131.

Adesso chiediamo (e ci aspettiamo) che la Regione dia il proprio diniego al rinnovo dell’Aia e che gli organi preposti (comune compreso) possano prendere i dovuti provvedimenti. Chiediamo che i responsabili vengano trattati come qualsiasi altro cittadino reo di aver commesso un abuso edilizio, aggravato, in questo caso, dal danno ambientale. Ci aspettiamo che la giustizia faccia chiarezza e che possa spiegarci come sia potuto accadere che in un terreno agricolo, non di proprietà, non autorizzato dall’AIA e sottoposto a ripetuti controlli, si siano scaricati rifiuti per anni e anni.

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Il pacco dei Sieli

Leggevo un ottimo articolo pubblicato la scorsa settimana sulle pagine de La Sicilia a firma del prof. Giuseppe Sperlinga. Il titolo è “Un Parco per tutelare il Neck e la valle dei Sieli” e parla dei tanti sogni e dei tanti progetti che ci siamo raccontanti nel corso di questi anni: valorizzazione dei Sieli, del Nek, del dongione normanno e creazione di un Parco che possa contenere e tutelare tutte le nostre bellezze.

Poi subito dopo ho letto la replica del Sindaco, totalmente sconnessa dall’articolo del Professore, parlare di cose irreali; parlare, purtroppo, di un paese che non esiste. E lo fa con l’atteggiamento dello scolaretto bugiardo, quello che sa di non aver studiato i compiti per casa ma che, una volta chiamato dalla maestra, si alza comunque in piedi per sostenere l’interrogazione, sperando, magari, in un colpo di fortuna o nel suggerimento di un compagno per passarla franca.

Il Sindaco, in poche parole, racconta di un suo fantasioso impegno per la valorizzazione del Nek (abbandonato da anni, pericolante, vandalizzato e con la strada di accesso chiusa), senza mai citare un solo atto amministrativo in favore dello stesso (visto che non ne esistono). Parla di valorizzazione del patrimonio storico del paese; come quando decise barbaramente di demolire la vecchia sacrestia del 1780. Parla di un bellissimo borgo, che lo sarebbe stato se solo si fosse impegnato a ricercare dei fondi europei per la sua rinascita.

Parla di “ammirare i nostri incantevoli panorami dal punto più alto del centro storico” che appare come una presa in giro visto che la discarica dell’amico Proto ha distrutto i calanchi, spianato i Sieli e ridotto il panorama del castello a una diretta sui lavori delle ruspe e degli autocompattatori nella vasca di Valnghe d’Inverno.

Mette nero su bianco la propria inadeguatezza, non facendo mancare l’atteggiamento superficiale che lo ha da sempre contraddistinto, tipico di chi pensa che la malattia vada curata negandone la sua esistenza. Tipico di chi vince le elezioni senza un progetto, se non quello personalissimo di provare a fare carriera nei piani alti della Lega.

Parla di cose che non conosce o che fa finta di non conoscere. Insomma, niente Parco. Solo il solito pacco.

Che qualcuno dall’alto ce la mandi buona.

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