Gli arresti dei funzionari Anas e il giro di mazzette che girava intorno ai lavori svolti sulle manutenzioni stradali mi fanno pensare che le perplessità inerenti l’iter di demolizione del ponte Graci non erano del tutto peregrine. Ad alimentare i dubbi non bastava solo il fatto che l’operazione è stata condotta in tempi record; una velocità d’intervento che non si riscontra neanche nei video sull’efficienza dei manutentori giapponesi. E se si contestualizza il luogo dove è avvenuto tutto questo, in Sicilia, dove la celerità per certi tipi di lavori non è proprio il nostro forte, ecco che gli interrogativi diventano ancora più insistenti. Per carità, sono contento, dal primo momento, che demolendo il ponte si siano scongiurate possibili catastrofi ma, certo, quella firma sull’atto di demolizione da parte di uno dei funzionari Anas arrestati non mi fa proprio pensare bene sulla vicenda che, forse, poteva essere gestita con più cautela.
E visto che sono in vena di pensar male (tranne poi azzeccarci molte volte) mi dispiace apprendere che l’amministrazione comunale abbia firmato il nullaosta per il trasferimento definitivo presso altro Comune al dirigente dell’Area tecnica Ing. Antonio Di Rosa. Quello della particella 131, per intenderci. Il tecnico che ha sfidato Oikos e, con la sua relazione, ha certificato un possibile abuso edilizio da parte della discarica (ne avevo già scritto in questo blog) offrendo un assist importante a chi crede veramente nella lotta alla discarica. Dispiace che il nostro Comune si stia lasciando sfuggire un professionista che avrebbe potuto offrire un supporto importante alle prossime mosse contro l’ecomostro. Per questo ne sono profondamente dispiaciuto e, visto che ogni azione provoca reazioni differenti, sono certo che qualcuno invece starà brindando per questa notizia.