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Ci sono, per Domenico, per Pierpaolo e per tutti noi

Ma che bella questa candidatura!”. Chi conosce Domenico lo avrà sicuramente esclamato o quantomeno pensato. Sì, perché Domenico è quel candidato che ti va di sostenere senza bisogno di ricevere una sua telefonata. L’ho conosciuto tanti anni fa quando si offrì di sostenermi nelle tante battaglie di dignità e coerenza all’interno del Pd, sempre al fianco di Pippo Civati. Lo fece in maniera diretta e genuina, senza dietrologie e io rimasi stupito perché in un mondo, quello politico, in cui difficilmente si fa qualcosa per niente, Domenico mi diede la prima grande lezione di vita. Era quella la politica che mi piaceva, quella che non chiedeva niente a nessuno ma che pretendeva coraggio e coerenza da parte nostra.

Domenico è il fratello che ti ritrovi sotto il palco, dopo un comizio, con gli occhi lucidi e la voce balbettante dall’emozione. Domenico è l’uomo che sente sulla propria pelle le ferite del mondo e che darebbe la vita per renderlo un posto migliore. Domenico è il deputato che tutti vorrebbero, un punto di riferimento, un ostinato praticante. Con lui abbiamo iniziato un percorso, grazie all’instancabile Pierpaolo Montalto (che sosterremo con forza alla Camera dei Deputati come capolista di Sinistra Italiana nel collegio plurinominale Sicilia 2) e con il quale siamo pronti a costruire un percorso comune sul territorio, per rifondare una comunità politica dilaniata dai mille scontri tra deputazioni e gruppi d’interesse, dai vergognosi cambi di casacca, dalle battaglie scenografiche finalizzate alla gestione del potere.

La candidatura di Domenico Grasso rappresenta quella forza democratica, di giovani e meno giovani, che punta alla politica senza guardare in faccia nessuno, se non gli elettori. Senza avere altri voti se non quelli di opinione (non ne conosciamo altri!). No, non è un post per sponsorizzare una candidatura, come ne leggerete tanti altri di questi tempi. È un post per dire a Domenico che gli voglio bene, ringraziandolo per tutti gli insegnamenti che mi ha impartito indirettamente. Compreso quest’ultimo: spendersi in prima persona con coerenza, anche nei momenti più bui della politica, per ridare dignità e speranza a una comunità senza più una bussola.

Io ci sono, per te, per Pierpaolo e per tutti noi.

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Siamo #storieribelli

“Solo sognando e restando fedeli ai sogni riusciremo a essere migliori, e se noi saremo migliori, sarà migliore il mondo”.

Proprio ieri mi trovavo in una libreria di un centro commerciale e sfogliavo libri a casaccio con la testa proiettata da un’altra parte. Poi a un tratto, sotto la brutta copertina di un autore a me sconosciuto, vedo un libro di Sepulveda dal titolo “Storie Ribelli”. Lo sfoglio e ne leggo qualche  pagina. Più che un libro mi appare come un messaggio dentro una bottiglia.

In ogni comune, in ogni territorio, in ogni momento storico esistono almeno due costanti. La prima, più evidente, è la presenza di profonde ingiustizie sociali, spesso derivanti dall’operato del potente di turno. La seconda, meno evidente, è la presenza di uomini e donne che non accettano lo stato delle cose, che non si inchinano alla prevaricazione del potere e lo combattono con tutti i mezzi (leciti) possibili. Queste persone non hanno mai avuto voce, lavorano in silenzio, nella loro apparente inutilità, cambiando invece il mondo, lentamente, con il messaggio della propria vita, con la coraggiosa e coerente testimonianza. Sono spesso invisibili ma non si esagera quando si sostiene che l’umanità è in debito con loro (così come ci spiega magistralmente Christopher Hitchens). Noi, in questa breve campagna elettorale, abbiamo l’ambizione di consocere, ascoltare e rappresentare questi invisibili. Con la consapevolezza di provenire dalla loro stessa battaglia, dalla loro stessa lotta. Da una #storiaribelle.

Contattateci, dunque, perché questa è l’occasione migliore per fare rete. Racconteremo di voi, lasciando una traccia della vostra storia ribelle. Dopo il 5 novembre porteremo all’Ars le tante ingiustizie del territorio e vi renderemo protagonisti, forse per la prima volta, di un metodo. Un metodo per rappresentare, affrontare e risolvere i problemi che ci affliggono, grandi o piccoli che siano. E per dare un lieto fine ad ogni storia ribelle. 

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