Le cose cambiano, cambiandole.

Andiamo verso il congresso di circolo a Motta Sant’Anastasia. Parte il tesseramento e già dalle prime battute appare come uno strumento per misurare la propria forza nel territorio, senza contenuti, specialmente in circoli come il mio, dove tra pochi mesi si terranno le elezioni amministrative. Viene maldestramente e strumentalmente interpretato il concetto di “partito aperto” come un free entry. Un po’ come quelle feste a sbarco dove ognuno porta chi vuole, basta essere in tanti. Aperto proprio a tutti anche all’ex establishment di centro-destra in cerca di un simbolo con il quale candidarsi. Capita così, come nel mio caso, che in un paese ci siano addirittura “spacciatori” di tessere Pd «autorizzati dalla Cgil», a loro dire. Tessere scontate o gratuite in alcuni casi. Alla faccia del regolamento (e di tutti gli iscritti che versano le quote). Anche perché se ci fossero regole rigide che partito aperto sarebbe?

Aveva ragione un vecchio militante che qualche tempo fa mi diceva: «aprite aprite ma qualche muro in piedi lasciatelo!». Buon congresso a tutti.

p.s. io resto in gioco perché le cose si cambiano cambiandole, soprattutto di fronte alle scorrettezze di un personaggio le cui iniziali -DC- rappresentano perfettamente il modo d’operare. Mi spiace per qualcuno ma preferisco il dissenso all’ipocrisia.

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