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Zio Turi

Era una mattina come tante altre e mi trovavo nei locali dell’Ufficio tecnico comunale per lo svolgimento di una commissione consiliare. Non ricordo bene di cosa si parlasse e penso che se non fosse avvenuto l’episodio che sto per raccontarvi neanche me ne sarei mai ricordato. Qualcuno illustrava il punto posto all’ordine del giorno, ricordo dei volti che erano un misto tra la noia e l’assonnamemto tipico delle prime ore del mattino. Qualcuno era concentrato sullo schermo del proprio telefono, e forse lo ero anche io, qualcun altro invece fissava il relatore con occhi spenti, probabilmente pensando a cose lontane anni luce da quella stanza umida, intrisa dagli odori di carta invecchiata e di toner da fotocopiatrice. A rompere quel momento di incredibile ripetitività fu una persona anziana che, percorrendo il corridoio, si dirigeva verso la stanza di un tecnico comunale. Pochi capelli pettinati all’indietro, di un bianco avorio a memoria dei capelli biondi che furono, passo svelto e fisico imponente, nonostante l’età. Età che non avrei saputo stimare se non collocando l’individuo in una fascia temporale troppo ampia, che andava dai 70 agli 85 anni; se ne aveva 70 li portava male, se invece ne aveva 85 li portava benissimo, pensai. Il suo passo svelto venne interrotto dall’esclamazione di un consigliere comunale seduto qualche posto dopo di me: “Zio Turi!! Che ci fai qui?“. Il mio compagno di banco mi bisbigliò “è Turi Proto, lo sai vero?“, mentre osservavo la scena. “Potevi avvisarmi che dovevi venire…dove vai? Andiamo che ti accompagno“. I due entrarono nell’ufficio del tecnico comunale, mentre la nostra stanza si animava di battutine e risatine d’imbarazzo.
E chissà come avrebbero commentato, i presenti in quella commissione, la notizia che quel consigliere premuroso l’anno successivo avrebbe vinto le elezioni amministrative e sarebbe divenuto sindaco del nostro paese.

 

Sullo Zio Turi:

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/10/21/da-ex-camionista-tycoon-irresistibile-ascesa-di.html

http://catania.meridionews.it/articolo/32115/motta-e-le-dichiarazioni-di-proto-senior-tutti-cercano-soldi-i-consiglieri-chiedono-al-sindaco-di-tutelare-i-cittadini/

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Siamo realtà

Dicevano che la nostra sarebbe stata una candidatura di bandiera, di testimonianza, di minoranza. Il sondaggio appena pubblicato (che ci proietta al primo posto), anche se solo indicativo, mostra una realtà diversa da quella che qualcuno immaginava. Traspare, in modo chiaro, come le stanze del potere siano ormai totalmente fuori dalla realtà. Noi siamo la realtà. Lo sono le persone che si sono stancate delle alchimie elettorali, delle strategie e delle alleanze che pongono al centro il risultato (trattando gli elettori come numeri). Noi siamo le strade percorse, le porte bussate, le mani strette, gli occhi lucidi della speranza. Noi siamo realtà. E siamo abbastanza reali da poter vincere queste elezioni.

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Lo trovo di cattivo gusto

perché la dobbiamo smettere di trattare, a nostro uso e consumo, temi così delicati in periodi così bizzarri (come quello della campagna elettorale), in cui sembra quasi lecito dire di tutto, senza un minimo di coscienza. Questo manifesto è troppo e, come avevo già scritto in precedenza, rischia di generare confusione, sminuendo la lotta e portandola sul piano strumentale della propaganda elettorale. E lo sappiamo bene che quando c’è strumentalizzazione la gente scappa, perdendo fiducia nella politica e nelle istituzioni. Così non va bene.

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Mi scrive Giuseppe

che non è di Motta. Ma che, come Motta, vive nel mondo. Quel mondo che accomuna tutti e dovrebbe accomunare anche i grandi temi e la conquista dei diritti. Giuseppe è gay e mi scrive della sua esperienza. Vive con Sean e per sposarlo è dovuto andare in America: “Quando il 26 Giugno del 2013 la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America, decise di eliminare la Sezione 3 del DoMA (Defense of Marriage Act), il mio cuore impazzì di gioia. Io e Sean sapevamo che sarebbe accaduto e per tal ragione pianificammo la data del nostro matrimonio per quello stesso giorno a New York City. Finalmente due anni di incertezze, di barriere e di stress potevano considerarsi conclusi. Prima della morte del DoMA, infatti, matrimoni come quello tra me e Sean erano vietati in America. Se non ci fosse stato un intervento in merito, oggi io e mio marito ci ritroveremmo a chilometri di distanza, separati da una legge ingiusta ma, fortunatamente, viviamo nello stesso appartamento a New York, studiamo per diventare rispettivamente io medico e lui avvocato, lavoriamo, ci occupiamo dei nostri tre cuccioli e ci riteniamo una famiglia come le altre, sicuramente più fortunata di tante. Da Italiano, sogno che un giorno nessun mio compatriota dovrà rinunciare all’amore a causa di un Parlamento di nullafacenti ed incompetenti o di una Corte Costituzionale impotente. I matrimoni gay in Italia non sono vietati dalla Costituzione, ma non esiste comunque alcuna forma ufficiale di riconoscimento. L’estensione del matrimonio civile alle coppie dello stesso sesso in Italia porterebbe all’altare migliaia di coppie conviventi, oggi non viste come “famiglia”. Sarebbe la fine di decenni di discriminazioni che hanno visto Italiane ed Italiani derubati della possibilità di vedere partner gravemente malati o in punto di morte in letti ospedalieri, perché non considerati famiglia immediata. Chi ha amici gay e vede loro nascondere le loro vite nell’ombra della vergogna e del pregiudizio, chi conosce coppie coppie che giornalmente combattono per la piena uguaglianza, chi vede nelle televisione pubblica l’uso stupido ed inadeguato della parola “frocio” e le risate di personaggi che dovrebbero rappresentare il paese è cosciente della problematica Italiana. Dato che a livello nazionale non esistono speranze, ritengo che per il momento occorra lavorare dal basso. È necessario iniziare dai comuni. Motta, per esempio, è un comune di quasi 12.000 abitanti. Approvare le unioni civili a Motta Sant’Anastasia sarebbe innanzitutto una lezione di democrazia, perché una simile mossa metterebbe in luce delle realtà normalmente nascoste. Oltretutto, verrebbe garantito l’accesso a diritti non di poca importanza a numerose coppie di conviventi di sesso uguale o opposto che risiedono già nel territorio. Motta Sant’Anastasia diventerebbe il 156esimo comune in Italia ad approvare una simile legislazione e sicuramente potrebbe far parte di quella spinta nazionale verso un paese più giusto. Io invito i Mottesi a non trascurare certe problemati perché non migliorerebbero solamente la qualità dei servizi che il comune offre ma avrebbero pure una grossa rilevanza a livello regionale e nazionale“.

Sbaglio a dire che nel nostro programma saranno forti i temi dei diritti civili? Potrei tacere e far finta che non esistano (così come faranno gli altri candidati). Invece ne parlo e voglio che se ne parli. Nel nostro programma prevederemo l’istituzione del registro delle unioni civili e lo faremo con emozione, con orgoglio. Perché i ragazzi come Giuseppe non dovrebbero fuggire negli Stati Uniti d’America per poter amare liberamente. Spero che la nostra vittoria faccia si che ogni cittadino possa amarsi alla luce del sole, ottenendo gli stessi diritti di chi è considerato un normodotato in fatto di sentimenti.

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Un articolo sulla discarica che tutti dovrebbero studiare

soprattutto in questo periodo di campagna elettorale. Dove qualcuno (candidato sindaco) continua a promettere posti di lavoro, giocando con la vita delle persone. Lo stesso candidato che un giorno in privato mi disse: “se dovessero scoprire che la discarica provoca malattie….non lo so cosa farei…come mi sentirei….“. Ecco, non lo so neanche io. Forse però, dopo aver letto l’articolo, penso sia giunto il momento che tu possa iniziare a pensarci un po’ su. Il tempo c’è.

La gestione dei rifiuti in Sicilia e le colline di Motta S. Anastasia, Misterbianco e Catania

 

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Mi scrive Nawal

una ragazza che dedica la propria vita al sociale, al volontariato, ai diritti umani. Con i suoi grandi gesti, Nawal lavora per rendere la vita dei fratelli immigrati ed extracomunitari una vita che goda di quanti più diritti è possibile. A tal proposito sogna che il suo paese possa essere “settimana della cultura” per sempre: “Con la bella stagione, Motta si rinnova. Dalla scuola elementare e media arrivano profumi e sapori lontani (nemmeno troppo) e vesti variopinte, simbolo di tradizioni genuine ed antiche, nell’abbraccio delle diverse culture che caratterizzano questa piccola e grande comunità propria del nostro paese. La settimana della cultura si presenta nel sole del Mediterraneo, che porta un assaggio dei paesi Nordafricani, facendolo incontrare e mixare al sapore di una Sicilia da sempre abituata alle pluralità nella società; pluralità che l’hanno caratterizzata profondamente ed hanno disegnato i contorni di un’isola ricca di influenze e, allo stesso tempo, sicura della propria identità. Dalla scuola, nido della personalità di ogni individuo, nasce questo bel messaggio di convivenza, ma non solo, di integrazione. Eppure, la settimana della cultura dura, appunto, una settimana… e tutti gli altri giorni dell’anno? La nostra Motta è costellata di tante comunità diverse; lo scirocco soffia tra i capelli sciolti delle siciliane, cosi come sugli hijab, i veli, delle giovani egiziane. Arancini e cus cus vengono serviti allo stesso tavolo ed io, personalmente, mi ritrovo a parlare in arabo, mentre un istante prima ero impegnata in una discussione in puro dialetto siciliano. La vedete anche voi? Vedete la ricchezza di Motta, la stessa ricchezza che ha sempre reso la Sicilia, in generale, tesoro storico e culturale agli occhi di tutti? Motta è un paesaggio in cui realtà diverse si sfiorano; realtà diverse e complementari, eppure parallele. Come linee rette, vicinissime tra loro, si sfiorano e sembrano non incontrarsi mai realmente. Se la Settimana della Cultura non si fermasse ai sette giorni, se si creassero spazi e più occasioni per conoscersi e comunicare, la nostra comunità ne trarrebbe solo giovamenti. Motta, già di per sé un gioiello, diventerebbe un vera perla rara”. Credo che con l’aiuto di Nawal sarà più facile proporre la creazione di una consulta dei rappresentanti degli immigrati. Che possa favorire l’incontro e il dialogo fra portatori sani di culture differenti, incentivandone l’integrazione nell’ambito della tutela dei diritti, dell’istruzione e della salute. Un luogo che possa abbattere ogni forma di razzismo e di isolamento etnico. Insomma un qualcosa che assomigli molto al sogno di Nawal. Un punto del programma pensato anche per chi non è elettore, non potrà votare e quindi, agli occhi di molti, escluso da programmazione, da promesse e da sogni. I sogni (e i diritti) almeno quelli lasciamoli in pace. Appartengono a tutti, allo stesso modo, senza distinzione alcuna.

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Mi scrive Mauro

che, per chi non lo sapesse, è un campione Mottese di skateboard. Uno di quelli che si è fatto da solo, con sacrifici, dedizione e umiltà. Più volte ho avuto il piacere di parlare (oltre che di crescere) con Mauro. Aveva un’idea: realizzare uno skatepark nel proprio paese, anche se: “il vero skateboarding si fa in strada, in giro, dove c’è il rischio, dove ti fai cacciare dalla gente per tornarci il giorno dopo e sperare; lo skateboarding lo fai in giro per il mondo, viaggiando e vedendo posti assurdi“.

Realizzare uno skatepark è una cosa che inseriremo nel nostro programma. Si tratta di una piccolissima opera, certo. Ma realizzare i sogni di chi vive di sogni è una delle cose che la politica che pratico si premura di raggiungere. Continua Mauro:  “Non ho mai visto uno skatepark, vero e proprio, in tutta la Sicilia. Agli inizi quando lo proponevo, nessuno mi ha mai appoggiato come si deve…per anni magari sono stato anche deriso da molte persone“. Lui intanto, tra le strade del nostro paese, senza mai un aiuto da parte di nessuno è riuscito a realizzarsi: “Ho sempre spinto da solo e così andrò avanti! Oramai sono anni che viaggio in giro per il mondo. Ho degli sponsor che mi pagano, mi supportano e mi rappresentano. Sono una persona molto felice e ogni giorno non vedo l’ora di alzarmi e andare avanti, dato che la mia vita non e’ altro che avventura allo stato puro! Molta gente magari non sa tutto ciò, magari il sindaco non ha idea che uno dei suoi cittadini è una persona che ha vinto il campionato italiano ed è riconosciuta in tutto il mondo…ma arrivato ad un certo punto ti dico…che posso farci?? Io ho iniziato, ho continuato solo e per me non potrebbe andare meglio di così! Certa gente non capirebbe mai. Non penso proprio che lo skateboard sia uno dei problemi principali per questa gente! Siamo in un paese troppo corrotto, la mentalità della gente è troppo marcia“.

Hai ragione. E la tua storia rafforza la mia ragione. Ho sempre pensato che il perseguimento delle passioni possa portare in alto. Tu ne sei l’esempio. Un esempio con dedica rivolta a chi crede che inseguire i propri sogni non porti mai a raggiungerli.

mauPotrete visionare le prodezze di Mauro cliccando QUI.

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C’è chi si sfrega le mani

e lo fa in modo sonoro ma previsto dalla legge. Durante lo scorso consiglio comunale il Sindaco ha dato lettura di una legge regionale (contenuta nella finanziaria) nuova di zecca, che recepisce la legge 106/2011. Tale norma prevede l’ esclusiva competenza della giunta comunale per l’approvazione dei piani attuativi del P.r.g. La ratio della legge parte dal presupposto che i piani attuativi sono già definiti, nelle loro linee essenziali, dal piano urbanistico generale approvato dal Consiglio e, quindi, la giunta non dovrebbe far altro che limitarsi a rendere operative quelle scelte.
Alla luce di questa nuova situazione Motta si ritrova dotata di uno strumento urbanistico (P.r.g.) inadeguato e ormai superato e con una legge che esclude, dal processo attuativo, il consiglio comunale e quindi l’intera cittadinanza. Dunque, oggi più che mai, diviene essenziale concretizzare quel mantra che ripetiamo ormai da diversi anni: bisogna istituire l’Ufficio del Piano. Per una revisione “partecipata” del P.r.g, contro una normativa che, invece, tende a rendere la pianificazione del territorio un affare privato, per sfregatori di mani doc.

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Vi ricordate della commissione speciale sulla discarica?

Esiste ancora e si è riunita giusto un paio di volte. Durante i lavori è stata mia premura occuparmi di una proposta che spero l’amministrazione, in tempi brevi, porti a compimento. Commissionare uno studio sugli agenti inquinanti dell’aria. A tal proposito, su mandato della commissione, ho incontrato il direttore del dipartimento di scienze geologiche, biologiche e ambientali dell’Università di Catania, Dott. Pavone, il quale si è reso disponibile a stipulare una convenzione che preveda uno studio sulla qualità dell’aria mediante l’uso di muschi e licheni nelle zone circostanti la discarica. La convenzione prevederebbe anche la possibilità di studio per tutti gli studenti, mottesi e non, interessati. Attendo novità e vi terrò informati su tutto.

P.s. ringrazio i miei amici Marco e Vanessa per l’aiuto.

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Per me è la cipolla

Molti mi chiedono cose. Alcuni di questi mi chiedono cose sul mio percorso politico. Io risponderei serenamente se queste domande non fossero fatte in maniera strumentale. Del tipo “dai che dimostriamo cose sul suo conto, che lui sta nel PD anche se dice cose contro”. Cose. Ma cose cosa? E queste cose cosa c’entrano con la vecchia politica, i vecchi sistemi e il tutto fa schifo? Un coso di niente. Allora la prossima volta a queste persone risponderò come Pedro , la cui saggezza potrete gustare in questo video. Tanto la replica, su qualsiasi risposta (cipolla compresa), sarebbe sempre la stessa.

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