Era una mattina come tante altre e mi trovavo nei locali dell’Ufficio tecnico comunale per lo svolgimento di una commissione consiliare. Non ricordo bene di cosa si parlasse e penso che se non fosse avvenuto l’episodio che sto per raccontarvi neanche me ne sarei mai ricordato. Qualcuno illustrava il punto posto all’ordine del giorno, ricordo dei volti che erano un misto tra la noia e l’assonnamemto tipico delle prime ore del mattino. Qualcuno era concentrato sullo schermo del proprio telefono, e forse lo ero anche io, qualcun altro invece fissava il relatore con occhi spenti, probabilmente pensando a cose lontane anni luce da quella stanza umida, intrisa dagli odori di carta invecchiata e di toner da fotocopiatrice. A rompere quel momento di incredibile ripetitività fu una persona anziana che, percorrendo il corridoio, si dirigeva verso la stanza di un tecnico comunale. Pochi capelli pettinati all’indietro, di un bianco avorio a memoria dei capelli biondi che furono, passo svelto e fisico imponente, nonostante l’età. Età che non avrei saputo stimare se non collocando l’individuo in una fascia temporale troppo ampia, che andava dai 70 agli 85 anni; se ne aveva 70 li portava male, se invece ne aveva 85 li portava benissimo, pensai. Il suo passo svelto venne interrotto dall’esclamazione di un consigliere comunale seduto qualche posto dopo di me: “Zio Turi!! Che ci fai qui?“. Il mio compagno di banco mi bisbigliò “è Turi Proto, lo sai vero?“, mentre osservavo la scena. “Potevi avvisarmi che dovevi venire…dove vai? Andiamo che ti accompagno“. I due entrarono nell’ufficio del tecnico comunale, mentre la nostra stanza si animava di battutine e risatine d’imbarazzo.
E chissà come avrebbero commentato, i presenti in quella commissione, la notizia che quel consigliere premuroso l’anno successivo avrebbe vinto le elezioni amministrative e sarebbe divenuto sindaco del nostro paese.
Sullo Zio Turi: