I fondi spesi e i fondi di bottiglia

C’è sempre un fondo di verità, lo ripeteva spesso mio nonno. I deputati coinvolti negano di aver usato in maniera impropria i fondi destinati ai gruppi parlamentari all’Ars (dicasi peculato) ma alla fine, lo sappiamo già, ci sarà sempre un fondo di verità in tutto questo. Lo stesso fondo spesso negato ai  grillini, agli agitatori o più semplicemente a chi si è rotto le scatole e ha deciso di urlare: “siete tutti gli stessi”. No, stavolta non sono produttori di fasci d’erba, sono solo urlatori di malcontento che, in vicende come queste, si prendono la propria amara rivincita su tutte quelle persone che ostinatamente gli avevano negato la visione del fondo di verità. Loro, i deputati, sono tutti indagati e le sigle dei partiti perdono la propria funzione di differenziazione per assumere quella dell’omologazione di massa del “sono tutti uguali”, e anche qui ci sarà un fondo di verità. C’è però un altro fondo che riesco ancora a vedere. Quello di chi sostiene, nonostante tutto, che c’è una politica diversa, parallela, migliore, reale; con una nuova classe dirigente capace di far dimenticare le nefandezze di oggi (dalla rottamazione alla dimenticazione). Quella dei territori, dei circoli con pochi euro in cassa, delle iniziative di autofinanziamento, delle collette per pagare le spese politiche, dei soldi (di tasca propria) investiti per finanziare quella politica che riesce ancora a trovare una morale in ciò che fa. La politica che sa sbagliare ma sa essere onesta e che di fondi conosce solo quelli delle bottiglie consumate in piazza, sotto un gazebo, durante una manifestazione pubblica. Vogliamo allora una politica che pensi molto meno ai fondi pubblici e pensi molto più ai fondi di bottiglia. Ne abbiamo un gran bisogno, più fondi di bottiglia avremo e meglio sarà. Significherebbe avere più manifestazioni, più gazebo e più volontari. Insomma, più politica.