Archivi tag: elemotta

Dovrebbero votare i bambini

Nelle precedenti campagne elettorali ho riscosso grande simpatia da parte dei bambini e, idealmente, ho sempre voluto pensare che se avessero votato anche loro le elezioni sarebbero andate diversamente. Oggi con una bimba in casa la mia visione della politica è rivolta proprio alla sua generazione; quella che, non potendo votare, subisce le scelte dei più grandi. La politica dovrebbe osservare con gli occhi dei nostri figli, osservare il mondo in cui vivono e pensare al mondo che vorremmo che vivessero. Oggi il paese non offre nulla (o quasi) per i più piccoli e bisogna spostarsi nei paesi limitrofi per far assaporare loro un minimo di benessere. Eppure l’attuale amministrazione ha avuto dieci anni per fare qualcosa. Per questo stavolta occorrerebbe fare un gioco: provare a far votare i nostri figli attraverso noi, chiedendogli se sono contenti del paese in cui vivono o se vorrebbero di più. Tra l’altro, che paradosso, si vota materialmente nella loro scuola. Il giorno delle elezioni osserveremo le loro classi, guarderemo i loro disegnini appesi ai muri e i luoghi del loro quotidiano. Pensiamoli prima di votare. E io, continuando a giocare, spero di essere eletto con i voti di tanti bambini perché a loro voglio rispondere delle mie azioni politiche. E da loro, tra qualche anno, sarò giudicato.

Strada liberamente ispirata a Motta
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Better call Danilo: i comitati casalinghi

Visto che non sono uno di quelli che mette i # prima di ogni parola e visto che non ho così tanti balconi da tappezzarli con il mio faccione sorridente, sarò costretto a inventarmi mosse diverse. Sicuramente più divertenti. Per questo, prima di tutto, sono qui per rispondere a qualsiasi vostra domanda, dubbio, informazione (contattatemi anche in pvt): Better call Danilo quindi. L’idea è che potreste proporvi come “comitato elettorale casalingo” verso amici e parenti, verso i vicini di casa, i colleghi e i conoscenti, invitandoli a una discussione a domicilio sul paese; con me, con i nostri candidati in consiglio e con lo stesso candidato Sindaco. Insomma se l’idea vi piace, scrivetemi per organizzare. E alla fine, vedrete, se convinceremo qualche indeciso a votare, avremo vinto tutti. E l’avremo fatto tutti insieme. Better call Danilo, ora più che mai.

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Ritorno alle origini, ritorno al futuro

Sono passati quindici anni da quando un ragazzetto di 22 anni (che ricordo con tanta tenerezza) decise di candidarsi per la prima volta in Consiglio Comunale risultando, incredibilmente, il più votato della propria lista. Quel ragazzetto aveva il mio nome e cognome e per un po’ di anni avrebbe movimentato la scena politica locale. Ho sempre ritenuto che la lealtà, la legalità, l’onestà intellettuale e il rispetto verso gli altri fossero valori imprescindibili dall’agire politico. Per questo mi sono sempre battuto in prima linea contro le ingiustizie, contro tutto e tutti, per regalare giorni migliori ai miei concittadini. Qualche volta avrò scontentato qualcuno, avrò anche ferito qualcuno nell’enfasi del fare ma l’ho sempre fatto tenendo a mente l’ambizione di cambiare la politica Mottese impantanata nella dittatura degli stolti, quella che vedeva la figura del Sindaco come un coltivatore di ambizioni personali e disvalori da capo autoritario invece che da leader, come dovrebbe sempre essere.

Il nostro paese ha bisogno di uno shock, di un momento di riflessione, di un passo indietro per provarne a fare dieci in avanti. Il nostro paese ha bisogno di un ritorno alla politica, al dialogo, al confronto, alla comunità. Quello che con Immagina facciamo da anni (e sfido chiunque a sostenere il contrario) e che abbiamo fatto anche in questi mesi di scelta del percorso migliore per vincere. Questa volta, dopo dieci anni di amministrazione Carrà, con un paese ridotto alle macerie, dovevamo scegliere tra una lotta all’ultimo sangue (o meglio all’ultimo voto) e una proposta politica di pacificazione che invece permettesse alla nostra comunità di fare pace con se stessa, con il programma di Immagina e la squadra di governo di Immagina. Per questo, subito dopo l’annuncio pubblico della mia candidatura, ho riflettuto moltissimo e le domande che mi sono posto sono state: che ne sarà di me in caso di sconfitta? Che ne sarà di Immagina in caso di sconfitta? Che ne sarà del paese in caso di sconfitta? Le stesse domande ponetevele voi, con senso di responsabilità, non alla leggera.

Mi sono dato una risposta: sarebbe una debacle totale su tutti i fronti e su tutti i fronti avremmo sacrificato energie, esperienze, persone, risorse, idee, prospettive, sogni. Lo so bene io che in fatto di sconfitte ho ormai due Master, scherzo. Il rischio non mi ha mai spaventato, lo sanno i miei e-lettori che seguono il mio blog da oltre 13 anni, lo sanno i miei affetti spesso in difficoltà e impauriti per le mie “bravate” contro i poteri locali, lo sa la mia coscienza che oggi si è lucidata più del normale. Di fronte al rischio di vedere Bellia o Capuana al governo di questa bella cittadina ho deciso, insieme a tutta la meravigliosa assemblea di Immagina, di non dividere ulteriormente l’elettorato d’opinione (perché che altro elettorato potremmo avere noi?), scegliendo così di unirci, siglando una alleanza, con Nino Gulisano: ex tecnico comunale, amico di tutti, persona umile, onesta e semplice ma soprattutto persona innamorata del proprio paese. Nino, che conosce perfettamente la macchina amministrativa, avrà il compito di rappresentare tutti noi, il programma di Immagina, attorniato totalmente dai nostri baldanzosi assessori designati. Avrà l’arduo compito di traghettare Motta nei prossimi cinque anni e ripristinare il senso di comunità.

Il mio, dunque, è un passo indietro, con tanto sacrificio, per far compiere un balzo in avanti al nostro paese. Per dare un futuro migliore ai nostri figli, a mia figlia, ai vostri e ai miei cari. Io ci sarò (non vi libererete così facilmente di me) e per me sarà un ritorno alle origini con tanto entusiasmo. Ritornerò alle origini della militanza politica: a distribuire volantini e fac-simile, a fare comizi e a raccontare una proposta politica diversa. Così come per tanti anni molti di voi hanno fatto con me (e di questo ve ne sarò grato per l’eternità).

Non siate delusi, ve ne prego. Non siate tristi perché io non lo sono. C’è ancora domani, lo dirò più forte di prima. E spero tanto che il mio sacrifico possa servire a regalarvi giorni migliori di quelli che abbiamo vissuto. Per farlo, naturalmente, avremo bisogno di tutto il vostro impegno, di tutta la vostra passione, di tutta la vostra grinta nel sostenerci.

P.s. messaggio rivolto ai miei 30 e-lettori già nostalgici al pensiero di non potermi votare: è il
vostro giorno fortunato! Potrete comunque votarmi come Consigliere Comunale 😀 basterà scrivere FESTA!

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Fuck the polis

A furia di ridurre la politica a scontri tra tifoserie e a palcoscenici per narcisi, siamo riusciti a mandarla veramente a quel paese. Spesso mi piacerebbe chiamarla, la politica, per convincerla a tornare nel nostro paese: “Pronto ciao, come stai? Io sto bene, anche se mi lacrimano spesso gli occhi per tutto il fumo gettato in questo scorcio di campagna elettorale. Però sai, fuori dalla cortina di fumo, c’è un paese che vuole cambiare, una classe dirigente che pensa a ricostituire la comunità prima di sbandierare programmi e promesse varie. C’è una visione del futuro che parte da lontano, da decenni di impegno costante. Il tempo sta cambiando e scorre inesorabile (a differenza del vento che viene e va n.d.r.), ci sono donne e uomini che costruiscono dialogo e dal dialogo, lo sai bene, può nascere di tutto. Certo ci sono anche i programmi e le promesse ma quelle non te le menziono che ne avrai già sentite tante. Ti promettiamo tutto il nostro impegno e tutta la nostra competenza. Ci manchi e ti vogliamo bene. Torna, non farti aspettare altri cinque anni. La nostra piccola Polis ti aspetta”.

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—> 2029 <—

Come sarà il nostro paese tra cinque anni?

Ogni campagna elettorale ci proietta ai cinque anni successivi: il 2019 ci ha portato a immaginare il 2024, il 2024 ci porterà a immaginare il 2029. Sembra una cosa scontata ma non lo è.

Tra cinque anni i nostri figli e i nostri nipoti saranno più grandi, ci saranno piccoli che, oggi all’asilo, staranno per finire le elementari. Ci saranno bambini che diventeranno maggiorenni, ragazzi che saranno laureati e lavoratori che non vivranno più qui. Tra cinque anni vorremmo un paese ancora amministrato senza un minimo di visione? Vorremmo un paese abitato da sudditi o da cittadini consapevoli? Vorremmo una politica che divide o una politica capace di stare al servizio di tutti? Vorremmo ancora vivere nel paese dei duemilaventinove rimpianti o in un paese che offra un benessere minimo?

Ecco, mi farei queste domande prima di promettere il voto e penserei a un paese che guarda al futuro, al 2029, e non a un paese che si sofferma sulla promessa o sul favore del momento. I tavoli tematici di Immagina serviranno anche a questo.

Save the date: 16 e 23 Marzo

Foto di Mariella Ferrara

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Il falò delle delusioni

Non so se anche voi provate fastidio per ciò che invece dovrebbe suscitare interesse e partecipazione: la campagna elettorale. Provo a seguire le dinamiche e le controversie del momento, livello gossip e foto ricordo, e penso che in questa (non) campagna elettorale, forse iniziata troppo presto, sia assente la politica dei contenuti, dell’entusiasmo, della condivisione, della programmazione. Forse siamo tutti un po’ scoraggiati, lo so (e ne avremmo tutte le ragioni).

Proviamo però, in uno sforzo comune, a raccogliere le nostre delusioni, per farne un bel falò e poi tramutarle in qualcosa di costruttivo, che ne dite?

Incontriamoci, scriviamoci, fissiamo momenti di confronto. Poi concediamo il tempo necessario alle proposte serie di venir fuori. E soprattutto al modo per realizzarle. Questa per me è politica. E lo è anche per Immagina.

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La scalidda si percorre insieme

La scalidda l’abbiamo percorsa tutti insieme e porta al centro storico che non c’è. Lo stato di incuria in cui versa, le case abbandonate, le porte murate, le basole rotte, la sporcizia, l’erbaccia, l’assenza di attività commerciali sono l’esatta rappresentazione del fallimento di questa classe dirigente. Ci sono Comuni che, in assenza di di patrimonio culturale, si inventano il proprio centro storico, noi che l’abbiamo invece facciamo finta di non averlo. E’ proprio questo il senso di queste iniziative: valorizzare i nostri luoghi del cuore (abbiamo iniziato con i Sieli e con la scalidda), riviverli e ripulirli, facendolo insieme. Come comunità, come cittadini che amano e vivono il proprio territorio. Non possiamo continuare a credere che ci sia bisogno dell’arrivo di un candidato messia per cambiare le cose. Senza una visione collettiva, continuando a credere nel misero personalismo non si andrà da nessuna parte. Avremo, magari, un Sindaco con un nome nuovo ma una politica vecchia, provata, riprovata, fallimentare. Nella sfida che ci aspetta si potrà stare con le mani in mano, rendendosi complici del disastro, o si potrà essere protagonisti con le proprie idee e con le proprie competenze. Insieme, mai da soli.

Ringrazio Mario Guarnera per la foto.

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Piazza Duca D’Aosta, altro rimpianto

Quando si realizza un progetto di opera pubblica la responsabilità più grande che si possa assumere è quella di pensarla nel miglior modo possibile, considerando tutte le variabili per offrire benessere alla propria comunità. Vedere realizzata Piazza Duca D’Aosta, in fretta e furia, senza un minimo di visione non può che essere una brutta notizia. Avevamo detto la stessa cosa di quella rotonda con la fontana, i neon e e le bandiere arrugginite edificata sopra una falda acquifera (e oggi le crepe sono sotto gli occhi di tutti) e del parco del calvario (la devastazione e l’abbandono sono evidenti). È una brutta notizia perché preclude ad altri, a chi verrà dopo magari, la possibilità di realizzare qualcosa di utile e bello per il paese (bambini in primis). Invece di un progetto condiviso abbiamo assistito a un cantiere condiviso, con persone che lavoravano anche di notte senza la minima sicurezza, in stile antico Egitto. Solo che qui la corsa era a fare prima invece che a fare meglio. In Egitto sono rimaste le piramidi, a noi invece rimarrà l’ennesimo rimpianto.

Foto pagina FB Comune Motta Sant’Anastasia

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La cicala e la formica

In una famosa favola di Esopo c’erano delle formiche che lavoravano e preparavano le provviste per l’inverno, mentre una cicala, incurante del futuro, cantava al sole. Quando il gelo bruciò le foglie e l’inverno arrivò, la cicala, infreddolita e senza cibo, bussò alle formiche per chiedere aiuto. Ricevette però questa risposta: “hai cantato in estate? Adesso balla”.

Certo, dopo una sconfitta del genere sarebbe facile dire “adesso ballate”, senza una visione politica, senza un’idea di paese, con le casse comunali vuote, senza offrire nessuna prospettiva ai nostri giovani e ai nostri bambini. Sarebbe facile. Poi però penso alle 2409 formichine che, in questi anni, mentre qualcuno cantava, preparavano le provviste per il freddo. Perché arriverà l’inverno. Ma sono certo che quel giorno, a differenza della favola, la cicala troverà delle formiche pronte a perdonare, donando ospitalità e immaginazione. È questa la politica che mi piacerebbe si facesse in paese, sulle gambe dei più giovani, anche e soprattutto dopo di me.

Ringrazio tutti gli immaginari, grandi e piccoli, incavolati e commossi. Non mollate mai perché le storie belle non vanno sempre a finire così. Grazie di tutto!

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Per chi c’era e per chi ci sarà

Abbiamo presentato il programma e la squadra di Immagina. Una serata ricca di emozioni. Una di quelle serate rigenerarti, alla riscoperta della tua comunità (che significa riscoprire un po’ anche te stesso). Quando pensi che la politica non abbia più speranze, è proprio in quel momento che riesce ancora a sorprenderti; con i sorrisi e le parole di incoraggiamento, con la voglia di crederci, con la grinta di chi non vuole abbandonare il proprio paese. Non so dove porterà questa strada ma di una cosa sono certo: ne è valsa la pena provarci. Per la speranza che riusciamo ancora a suscitare e per i sentimenti di cui siamo portatori. Per i nostri figli e per i nostri nipoti. Per la bellezza degli occhi di chi ci sostiene. Gli occhi splendidi di chi non ha mai smesso, per un solo istante, di immaginare giorni migliori.

Il nostro programma: https://www.facebook.com/527300624346662/posts/585050188571705?sfs=cwwa

Il video della serata: https://www.facebook.com/ImmaginaDaniloFestaSindaco/videos/338609836766625/

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