Mi scrive Nawal

una ragazza che dedica la propria vita al sociale, al volontariato, ai diritti umani. Con i suoi grandi gesti, Nawal lavora per rendere la vita dei fratelli immigrati ed extracomunitari una vita che goda di quanti più diritti è possibile. A tal proposito sogna che il suo paese possa essere “settimana della cultura” per sempre: “Con la bella stagione, Motta si rinnova. Dalla scuola elementare e media arrivano profumi e sapori lontani (nemmeno troppo) e vesti variopinte, simbolo di tradizioni genuine ed antiche, nell’abbraccio delle diverse culture che caratterizzano questa piccola e grande comunità propria del nostro paese. La settimana della cultura si presenta nel sole del Mediterraneo, che porta un assaggio dei paesi Nordafricani, facendolo incontrare e mixare al sapore di una Sicilia da sempre abituata alle pluralità nella società; pluralità che l’hanno caratterizzata profondamente ed hanno disegnato i contorni di un’isola ricca di influenze e, allo stesso tempo, sicura della propria identità. Dalla scuola, nido della personalità di ogni individuo, nasce questo bel messaggio di convivenza, ma non solo, di integrazione. Eppure, la settimana della cultura dura, appunto, una settimana… e tutti gli altri giorni dell’anno? La nostra Motta è costellata di tante comunità diverse; lo scirocco soffia tra i capelli sciolti delle siciliane, cosi come sugli hijab, i veli, delle giovani egiziane. Arancini e cus cus vengono serviti allo stesso tavolo ed io, personalmente, mi ritrovo a parlare in arabo, mentre un istante prima ero impegnata in una discussione in puro dialetto siciliano. La vedete anche voi? Vedete la ricchezza di Motta, la stessa ricchezza che ha sempre reso la Sicilia, in generale, tesoro storico e culturale agli occhi di tutti? Motta è un paesaggio in cui realtà diverse si sfiorano; realtà diverse e complementari, eppure parallele. Come linee rette, vicinissime tra loro, si sfiorano e sembrano non incontrarsi mai realmente. Se la Settimana della Cultura non si fermasse ai sette giorni, se si creassero spazi e più occasioni per conoscersi e comunicare, la nostra comunità ne trarrebbe solo giovamenti. Motta, già di per sé un gioiello, diventerebbe un vera perla rara”. Credo che con l’aiuto di Nawal sarà più facile proporre la creazione di una consulta dei rappresentanti degli immigrati. Che possa favorire l’incontro e il dialogo fra portatori sani di culture differenti, incentivandone l’integrazione nell’ambito della tutela dei diritti, dell’istruzione e della salute. Un luogo che possa abbattere ogni forma di razzismo e di isolamento etnico. Insomma un qualcosa che assomigli molto al sogno di Nawal. Un punto del programma pensato anche per chi non è elettore, non potrà votare e quindi, agli occhi di molti, escluso da programmazione, da promesse e da sogni. I sogni (e i diritti) almeno quelli lasciamoli in pace. Appartengono a tutti, allo stesso modo, senza distinzione alcuna.

1535525_10202947285424652_291626250_n

Contrassegnato da tag , , , , , , , , ,

2 thoughts on “Mi scrive Nawal

  1. ilpolitix ha detto:

    E’ per gente come Nawal che non solo Motta, ma tutta la Sicilia è più ricca. Un motivo in più per cambiare la legge Bossi-Fini e non solo. Presto inizierà il semestre europeo l’Italia sarà protagonista. Quanto sarebbe bello se l’europa definisse regole comuni con cui regolamentare il libero circolo di persone non solo all’interno dell’area Schengen.

Lascia un commento